/ Claudia di Il Giro del Mondo attraverso i libri / da scoprire consigli di lettura viaggi insoliti
Viaggiare con i libri: Russia
La Russia è uno Stato transcontinentale, un coacervo di culture, popoli e mille forme dialettali. È il Paese più grande al mondo, talmente vasto e immenso che si estende dal Mar Baltico, che bagna San Pietroburgo, all’Oceano Pacifico sul quale si affaccia Vladivostok. Dalle regali città degli Zar alle sconfinate steppe della Siberia, la Russia è veramente un universo affascinante e conturbante.
Il nostro viaggio letterario toccherà le due principali città della Russia europea: Mosca e San Pietroburgo, incantevoli centri di cultura, arte e letteratura.
Uno sguardo su Mosca: “Tutto scorre…”, Vasilij Grossman (Adelphi)
Il treno corre lungo casette di travi di legno e fabbriche in mattoni, lungo campi di cavoli color di piombo, lungo i marciapiedi delle stazioni dove la pioggia notturna ha lasciato pozzanghere sull’asfalto grigio. Sul marciapiede si vedono tetri abitanti della Mosca periferica, con gli impermeabili di plastica infilati sopra il cappotto. I fili della corrente ad alta tensione s’incurvavano sotto le nubi grigie (…) Ma il treno corre, sferragliando, con una sorta di maligna, sempre crescente velocità. Una velocità che appiattisce, schiaccia lo spazio e il tempo [Tutto scorre…, Vasilij Grossman, trad. G. Venturi, Adelphi]
Un treno corre verso Mosca. Tra i passeggeri c’è Ivan Grigor’evic che dopo quasi trent’anni di lavori forzati nella Kolyma, in Siberia, può assaporare la libertà. Ivan è un uomo che non ha mai voluto piegarsi al potere, essere schiavo dello Stato, essere un automa solo in grado di produrre; ha anelato la libertà e ha finito per trascorrere trent’anni nella gelida Siberia.
Quella che Ivan trova è una Mosca molto diversa, le persone stesse sono diverse. Lo smarrimento di Ivan è il fine che Vasilij Grossman utilizza per raccontare ai lettori l’Unione Sovietica con l’occhio da dissidente. Il risultato è un meraviglioso libro che pone al centro di tutto la libertà, ovvero la prima cosa che viene tolta agli uomini quando si instaura un regime dittatoriale.
A volo d’uccello sulla Russia: “Imperium” di Ryszard Kapuściński (Feltrinelli)
Già da tempo meditavo di andarci. Un proposito che rinasceva ogniqualvolta, recandomi in centro dal viale Lenin (dove abitavo), mi vedevo scorrere sulla destra le alte muraglie, gli edifici e le torri del Cremlino. Mi aveva sempre colpito l’immane deserto pietroso che da ogni parte lo circonda: piazze sconfinate, ponti monumentali, lungofiumi in cemento, chilometri e chilometri di spazi senza un’anima, rivestiti d’asfalto e di lastroni (…) Mi sono avventurato in quelle plaghe spopolate. Sotto di me la Moskva trascinava le sue acque grigiastre. Da una parte avevo la massa plumbea di una residenza per la nomenklatura (…) Mi trovavo sospeso nel deserto che separa il potere irraggiungibile (il Cremlino) dal tessuto urbano vivente. Qui non arrivano echi di traffico o di baccano cittadino: solo silenzio, e la vastità sconfinata della steppa [Imperium, Ryszard Kapuściński, trad. V. Verdiani, Feltrinelli]
Ryszard Kapuściński è stato un giornalista, fotografo e reporter polacco. “Imperium” è un lungo reportage di viaggio dove l’autore riunisce, in un unico volume, i viaggi compiuti nell’Unione Sovietica dal 1939 – anno del suo primo incontro con l’Impero sovietico – al 1992, ovvero l’indomani della dissoluzione dell’URSS.
Kapuściński si sofferma molto sulla capitale russa, Mosca: la seziona e ne racconta ogni piega, ogni dettaglio, soffermandosi sui cambiamenti che sono intercorsi nel corso del tempo e descrivendo con precisione e lucidità anche i moscoviti.
Il reporter scandaglia, attraverso il suo occhio critico, diversi temi di cruciale importanza che riguardano l’immenso Imperium, complicato e sterminato, forse a tratti incomprensibile ma che grazie alla sua acuta osservazione critica viene presentato ai lettori, i quali possono farsi un’idea precisa di che cosa fu e come finì l’Unione Sovietica.
Un sognatore a San Pietroburgo: “Le notti bianche” di Fëdor Dostoevskij (Einaudi)
Lo sapete che in alcune date precise mi piace ricordare e visitare luoghi in cui un giorno a modo mio sono stato felice, mi piace costruire il presente in armonia con il passato irrevocabile e spesso vago come un’ombra, senza mete e senza scopo, triste e malinconico per le vie e le stradine di Pietroburgo? [Le notti bianche, Fëdor Dostoevskij, trad. G. Gigante, Einaudi]
Un sognatore si aggira per le strade di San Pietroburgo di notte. Esplora la città, in ogni suo dettaglio, poiché insonne non riesce a stare a casa. Riflette e pensa, passeggia e sogna ad occhi aperti, si interroga su molte questioni, durante le chiare notti di San Pietroburgo. Una notte incontra una donna, anch’essa tormentata da mille pensieri. E iniziano a parlarsi, a confessarsi e a sentirsi meno soli.
Poetico, visionario ed evanescente, “Le notti bianche” è un bellissimo racconto sul peso che il sogno ha nella nostra vita e sul brusco ritorno alla realtà.
Luci su San Pietroburgo: “Bagliori a San Pietroburgo” di Jan Brokken (Iperborea)
Faccio un ultimo giro per la città. La nebbia si dirada solo lentamente. Non gela più, ma si ha un’impressione di più freddo di quanto c’erano meno dieci, vengo superato da gente che cammina in fretta, ansiosa di rifugiarsi il prima possibile in una calda stazione della metro o su un filobus. Imbocco una strada larga e poi una stretta, cammino lungo la sinuosa Moika e mi viene in mente una poesia di Anna Achmatova (…) Tutto qui predispone a riflettere, osservare, ricordare (…) Se San Pietroburgo non fosse esistita, avrei inventato io questa città che sonnecchia sul fiume, come uno strato d’animo che mi corrisponde per sempre [Bagliori a San Pietroburgo, Jan Brokken, trad. C. Cozzi e C. Di Palermo, Iperborea]
Lo scrittore e viaggiatore olandese Jan Brokken racconta in “Bagliori a San Pietroburgo” il suo rapporto con la città russa, mettendo assieme tutte le impressioni raccolte nel corso dei suoi viaggi, dal 1975 ad oggi.
Jan Brokken passeggia a San Pietroburgo e racconta questa città attraverso scrittori, poeti, folli, geni, disperati e amanti. Presenta al lettore una carrellata di personaggi più o meno noti e attraverso loro parla della splendida città che si affaccia sul Mar Baltico.
Usando personaggi e Storia, Brokken restituisce un ritratto che è poetico e meraviglioso allo stesso tempo e che fa immediatamente voglia di partire alla scoperta della città degli Zar.
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